Ad Altofonte (PA) l’episodio più tragico. Un cameraman, nel corso delle riprese di un filmino di matrimonio, è stato centrato da un colpo di fucile da caccia. Per gli inquirenti si è trattato di un incidente (ci mancherebbe…). Secondo le prime ricostruzioni il cameraman stava riprendendo, nella casa dello sposo, i preparativi del matrimonio. Il padre dello sposo, cacciatore, custodiva in casa i proprio fucili. Secondo una ricostruzione giornalistica, sarebbe stato lo stesso cameraman nel corso delle riprese a dire di puntare contro di lui i fucili, solo che uno di questi aveva il colpo in canna (cosa vietata dalla legge). Premuto il grilletto si è consumata la tragedia. La ricostruzione però, lascia ancor di più l’amaro in bocca. Sembra quasi che la colpa sia del cameraman.
Un altro fucile da caccia salta invece fuori a Catania, dove gli inquirenti hanno arrestato un falegname il quale custodiva trecento grammi di cocaina, quattro coltelli, cinquecento munizioni, una mitraglietta e due fucili da caccia di cui una doppietta a canne mozze (lupara di tanti omicidi del genere Homo).
A Piazza Armerina (EN) invece niente armi da caccia ma due grossi cani molossoidi a fare da guardia al segreto di un incensurato noto ristoratore. Questi, assieme alla moglie, custodiva una pistola “38 special” con matricola abrasa caricata con sei cartucce a salve, ed un revolver riverniciato. A fare da contorno altre sei cartucce a salve ed un chilo di polvere da sparo. Nessuno osava avvicinarsi alla cuccia con le armi protette dai cani e dal talco, metodo artigianale ma efficace per tenere lontana l’umidità.
Fonte : Gea press
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