Cs. AVC – Giustizia per Nathan, vittima della caccia a 18 anni

Comunicato stampa Associazione Vittime della caccia – 27.09.2019

Giustizia per Nathan, vittima della caccia a 18 anni

Il 30 settembre ricorre un anno dalla tragica morte di Nathan Labolani. Morire a 18 anni per un colpo di carabina calibro 300 Winchester Magnum sparato da un cacciatore di cinghiali, durante una battuta sulla cui legittimità  si nutrono forti dubbi, non è solo assurdo ma inaccettabile e raccapricciante.

Nathan amava gli animali e non è ancora chiaro perchè si trovasse col suo cane nel bosco di Apricale, in provincia di Imperia, durante una battuta di caccia al cinghiale condotta dalla squadra locale.

Le indagini ancora in corso, faranno certamente luce sulle dinamiche e responsabilità di questa ennesima tragedia.

L’Associazione Vittime della caccia nel ribadire la propria vicinanza al dolore dei genitori auspica che in questa stagione venatoria, appena iniziata, non sia necessario registrare altre vittime innocenti, anche bambini e ragazzi che purtroppo non mancano mai alla lista finale delle vittime della caccia, raccolte nell’annuale Dossier.

La responsabilità di queste tragedie non può ricadere solo e soltanto su colui che spara, ma anche sulle istituzioni deficitarie o troppo spesso assenti in ordine a controlli, prevenzione e repressione dell’attività venatoria, sempre più disinvolta e incurante del rispetto rigoroso delle norme in materia. In altri Paesi, come recentemente accaduto in Svizzera, omiicidi di caccia aprono una profonda riflessione da parte delle istituzioni e concrete restrizioni di questa attività.

L’inizio di questa nuova stagione venatoria italiana conta già 11 persone fucilate (di cui 2 non cacciatori feriti, 4 morti e 5 feriti tra i cacciatori) a conferma che l’omicidio di Nathan non è stato di monito per nessuno. (La cronologia completa delle fonti nel Bollettino di fine settembre)

Il mondo venatorio chiamato alle sue responsabilità gravissime (morti e feriti per armi da caccia e da cacciatori continuano ad aggiungersi inesorabilmente) resta cinicamente estraneo alle conseguenze che tale attività comporta ai danni di persone che di essere coinvolte non hanno alcuna intenzione. Tantomeno di essere vittime di questa perversa attività assassina, al pari dei milioni di animali ogni anno massacrati.

Giustizia, vogliamo giustizia.

Associazione Vittime della caccia, 27.09.2019