NUTRIE*

CONTENIMENTO SPECIE IN ESUBERO

Metodi incuenti di contenimento – normativa di riferimento – rassegne stampa

NUTRIE (Myocastor coypus)

in aggiornamento…

  • 2015LA LEGGE 221\2015 prevede la seguente modifica “Alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 2, il comma 2 e’ sostituito dal seguente:

«2. Le norme della presente legge non si applicano alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti, alle nutrie, alle arvicole. In ogni caso, per le specie alloctone, comprese quelle di cui al periodo precedente, con esclusione delle specie individuate dal decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 19 gennaio 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2015, la gestione e’ finalizzata all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni; gli interventi di controllo o eradicazione sono realizzati come disposto dall’articolo 19»” l’art. 2 della l. 157\92 è così modificato. (…)

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NUTRIE, FAUNA SELVATICA O RODITORI?

PREMESSA DOVEROSA
Dopo un periodo in cui lo status giuridico della nutria per legge è stato equiparato a quello dei piccoli roditori (alla mercè di chiunque), è bene sapere che

  • nel 2016 il COLLEGATO AMBIENTALE alla legge di stablità 2016, all’art. 7  ha stabilito che a partire dal 2016 la nutria viene nuovamente inclusa tra gli animali appartenenti alla fauna selvatica e tutelati dalla legge 157\92, per cui la competenza per la gestione della specie è nuovamente tornata alla Provincia, la quale deve applicare in via prioritaria i metodi incruenti previsti dall’art.19 della legge 157/92, oltre a dover dimostrare danni e pericoli prodotti da questa specie, avendo anche chiesto il parere dell’ISPRA.

 

Dal 2 febbraio (2016) saranno in vigore le modifiche alla L. 157/92 contenute nell’ articolo 7 del Collegato Ambientale il provvedimento che introduce la nuova normativa in materia ambientale e di green economy approvato il 22 dicembre scorso. Sulla Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio 2016 è stata infatti pubblicata la legge n. 221 del 28 dicembre 2015 che riporta le nuove disposizioni introdotte in materia di cinghiali, caccia in deroga allo storno, nutrie e appostamenti fissi.

 

PURTROPPO, nel 2018 la Nutria già non è più fauna selvatica

 

lE CRONACHE DA ALLORA SI SONO TINTE DELLE CRUDELTà GRATUITE … Bka bla rassegnbe stampa

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  • DOSSIER NUTRIA* – PROGECO – AMBIENTE & NATURA – ONLUS -Ancora un interessante documento redatto da esperti di questa specie, ovviamente anch’essi orientati verso metodi incruenti di contenimento. Chi è la Nutria? Il Coypu (Myocastor coypus), soprannominato Nutria e comunemente chiamato “castorino” è difatti un castoro sudamericano in quanto è una specie originaria di Brasile, Argentina, Perù e altre zone del Sud America.

Appartiene all’ordine dei Roditori e più precisamente alla famiglia Myocastoridae. E’ di fondamentale importanza non confondere la Nutria con topi o ratti in quanto sono specie completamente diverse sotto gli aspetti biologici, etologici e morfo-funzionali.

Contenuti del Dossier(in fondo*): Come e quando è arrivata la Nutria in Italia? – Un po’ di biologia della Nutria – Cosa mangia la Nutria? – E’ aggressiva? – E’ vero che le Nutrie non hanno predatori naturali? – La Nutria porta malattie? – La Nutria è un’emergenza ecologica? – Quali sono i reali danni economici provocati dalla Nutria? – Inutilità degli abbattimenti – Sistemi di controllo numerico della Nutria – Sistemi di prevenzione dei danni – fonte: Dr. Samuele Venturini

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  • CONTROLLO INCRUENTO DELLA NUTRIA – Dott.ssa C.MARCHETTI-Relazione presentata alla conferenza stampa di AVC a Montecitorio il 08.02.2017 – Eccezionale documento e guida per il contenimento incruento e la gestione delle nutrie sul territorio nazionale. PDF  C.MARCHETTI-gestione nutria 8.2.17

Dott. Cristina Marchetti

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  • 20.04.2021

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2016 PERUGIA, ESPERIENZE PRATICHE. PIANO DI STERILIZZAZIONE DELLE NUTRIE

Il 15 febbraio è stato approvato dalla giunta del Comune di Perugia il piano di sterilizzazione per le nutrie che abitato il Percorso Verde a Pian di Massiano.
“E’ necessario intervenire perchè il numero di nutrie presenti nel laghetto è aumentato in manienra eccessiva – spiega il vicesindaco – una conseguenza della particolare prolificità di questo animale. Abbiamo ritenuto opportuno, comunque, intervenire senza apportare danno o stress agli stessi animali”. Il piano, voluto dal vicesindaco Barelli e dalla consigliera Leonardi delegata alla tutela degli animali, è stato proposto dall’Ente Protezione Animali e prevede la cattura e la sterilizzazione chirurgica delle nutrie direttamente nel parco. Alle nutrie verrà anche applicato un microchip che permetterà di monitorare il loro comportamento. Il progetto ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Richerca Ambientale) e della Regione, che lo ha autorizzato e ha provveduto a individuare e incaricare gli addetti che interverranno. fonte: ambiente.comune.perugia.it

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GIURISPRUDENZA E NORMATIVA DI RIFERIMENTO

2018 – ISPRA E LE NUTRIE: LINEE GUIDA PER IL CONTROLLO DELLA NUTRIA
L’ultima edizione dell’Ispra del 2018, ci lascia amaramente basiti: ritroviamo la nutria fuori dalla tutela della legge 157/92, ovvero non più riconosciuta come fauna selvatica. La guida infatti riserva alla nutria trattamenti degni di piani di eradicazione veri e propri e mattanze raccapriccianti.
Nota, pag: 18 – https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/biodiversita/Piano_gestione_nutria_12032018.pdf

La Nutria non è più fauna selvatica

*LA LEGGE 221\2015 prevede la seguente modifica “Alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all’articolo 2, il comma 2 e’ sostituito dal seguente:

«2. Le norme della presente legge non si applicano alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti, alle nutrie, alle arvicole. In ogni caso, per le specie alloctone, comprese quelle di cui al periodo precedente, con esclusione delle specie individuate dal decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 19 gennaio 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2015, la gestione e’ finalizzata all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni; gli interventi di controllo o eradicazione sono realizzati come disposto dall’articolo 19»” l’art. 2 della l. 157\92 è così modificato

1. Fanno parte della fauna selvatica oggetto della tutela della presente legge le specie di mammiferi e di uccelli dei  quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio nazionale.

Sono particolarmente protette, anche sotto il profilo sanzionatorio, le seguenti specie:

a) mammiferi: lupo (Canis lupus), sciacallo dorato (Canis aureus), orso (Ursus arctos), martora (Martes martes), puzzola (Mustela putorius), lontra (Lutra lutra), gatto selvatico (Felis sylvestris), lince (Lyn lyn), foca monaca (Monachus monachus), tutte le specie di cetacei (Cetacea), cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus), camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica);

b) uccelli: marangone minore (Phalacrocorax pigmeus), marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), tutte le specie di pellicani (Pelecanidae), tarabuso (Botaurus stellaris), tutte le specie di cicogne (Ciconiidae), spatola (Platalea leucorodia), mignattaio (Plegadis falcinellus), fenicottero (Phoenicopterus ruber), cigno reale (Cygnus olor), cigno selvatico (Cygnus cygnus), volpoca (Tadorna tadorna), fistione turco (Netta rufina), gobbo rugginoso (Oxyura leucocephala), tutte le specie di rapaci diurni (Accipitriformes e falconiformes), pollo sultano (Porphyrio porphyrio), otarda (Otis tarda), gallina prataiola (Tetrax tetrax), gru (Grus grus), piviere tortolino (Eudromias morinellus), avocetta (Recurvirostra avosetta), cavaliere d’Italia, (Himantopus himantopus), occhione (Burhinus oedicnemus), pernice di mare (Glareola pratincola), gabbiano corso (Larus audouinii), gabbiano corallino (Larus melanocephalus), gabbiano roseo (Larus genei), sterna zampenere (Gelochelidon nilotica), sterna maggiore (Sterna caspia), tutte le specie di rapaci notturni (Strigiformes), ghiandaia marina (Coracias garrulus), tutte le specie di picchi (Picidae), gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax);

c) tutte le altre specie che direttive comunitarie o convenzioni internazionali o apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri indicano come minacciate di estinzione.

2. Le norme della presente legge non si applicano alle talpe, ai ratti, ai topi propriamente detti, alle nutrie, alle arvicole. In ogni caso, per le specie alloctone, comprese quelle di cui al periodo precedente, con esclusione delle specie individuate dal decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 19 gennaio 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2015, la gestione e’ finalizzata all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni; gli interventi di controllo o eradicazione sono realizzati come disposto dall’articolo 19 (1).

[2-bis. Nel caso delle specie alloctone, con esclusione delle specie da individuare con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sentito l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la gestione di cui all’ articolo 1, comma

3 , e’ finalizzata [ove possibile] all’eradicazione o comunque al controllo delle popolazioni.] (2)

3. Il controllo del livello di popolazione degli uccelli negli aeroporti, ai fini della sicurezza aerea, è affidato al Ministro dei trasporti .

(1) Comma modificato dall’articolo 11, comma 12-bis, del D.L. 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116 e successivamente sostituito dall’articolo 7, comma 5, lettera a), della Legge 28 dicembre 2015, n. 221.

(2) Comma inserito dall’articolo 11, comma 12 , del D.L. 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116 e successivamente abrogato dall’articolo 7, comma 5, lettera b), della Legge 28 dicembre 2015, n. 221.

Documenti correlati
Cassazione penale sez. III 10 ottobre 2018 N. 734
Cassazione penale sez. III 19 ottobre 2017 N. 3301
Cassazione penale sez. VII 04 novembre 2016 N. 6557
Corte Costituzionale 21 gennaio 2016 N. 9
Corte Costituzionale 12 dicembre 2013 N. 303
Dottrina e biblioteca
I REATI AMBIENTALI ED IL PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ (1)” (Ramacci Luca)

Codice della Responsabilità Civile – Legge n. 157 del 11/02/1992, Art. 26 – REGIMI SPECIALI DI RESPONSABILITÀ -Responsabilità per i danni cagionati dalla fauna selvatica

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RASSEGNE STAMPA, NEWS

 

ALTAVILLA, Vicenza – “Nutrie da abbattere, il Tar ferma i sindaci: «Pericoli non provati» Una sentenza annulla le ordinanze per l’abbattimento. La Regione stanzia risorse e manda i Comuni in avanscoperta, i sindaci emettono le ordinanze e «armano» la caccia ai roditori, ma poi arrivano le associazioni ambientaliste, i ricorsi e le sentenze della magistratura. E qui il processo s’interrompe. E con quello anche la caccia alle nutrie. Almeno, così accade nel Vicentino, dove una sentenza del Tar ha annullato le ordinanze per l’abbattimento delle nutrie emesse dai Comuni di Altavilla vicentina e Creazzo contro i quali si era schierata l’associazione ambientalista «Vittime della caccia»“… LEGGI TUTTO: corrieredelveneto.corriere.it

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Gli animalisti: «Sparare non serve, bisogna cambiare». Sono 190, animati dalle migliori intenzioni, i volontari che la Provincia ha appena formato e che si appresta a schierare nella battaglia per l’eradicazione delle nutrie prevista dal Piano regionale varato ad agosto dell’anno scorso e finanziato con 250 mila euro. I volenterosi non devono far altro che avvisare palazzo Santo Stefano 12 ore prima di uscire di casa, imbracciare il fucile e andare sugli argini a sparare. Servirà? È umano? Ha senso? A queste tre domande le associazioni del fronte protezionista rispondono con tre no. Sparare alle nutrie non serve, anzi è controproducente perché poi si riproducono più rapidamente. Non è per niente umano perché raramente vengono uccise al primo colpo e si ha dunque l’effetto di lasciare in giro animali feriti. E non ha senso perché «i motivi che giustificano il piano di eradicazione somigliano tanto a pretesti»… LEGGI TUTTO: mattinopadova.gelocal.it

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22.11.2014 – Lombardia, guerra alle nutrie: si potranno uccidere anche con la fionda Si discuterà il piano di eliminazione che non esclude neanche il ricorso al gas. La Lombardia dichiara guerra alle nutrie che potranno essere uccise con qualsiasi mezzo, anche con la fionda. Solo la seconda opzione prevede che si possa procedere alla sterilizzazione degli animali. Non c’è dubbio che l’ipotesi, quasi realtà, di una simile caccia a queste creature, allargata a tutto il territorio anche dove persistono i divieti, non mancherà di scatenare polemiche. LEGGI TUTTO: www.quotidiano.net

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04.11.2014 – PER MINISTERI SALUTE E AGRICOLTURA TORTURARE UNA NUTRIA NON E’ PIU’ UN REATO (?)
Non gli basta aver cambiato la legge, con un emendamento del Governo nella recente legge 116 del 2014, per uccidere sempre e comunque le nutrie, additatefalsamente come responsabili di tutti i problemi delle campagne italiane. Ora i Direttori Generali del Ministero della Salute, Silvio Borrello, e delle Politiche Agricole, Giuseppe Cacopardi, per permettere lo sterminio con ogni mezzo e metodi, compresi quelli più efferati come la tortura, hanno emanato una Circolare (datata 31 ottobre 2014>www.salute.gov.it) con la quale, illegittimamente, dichiarano la non applicabilità alle nutrie definite “infestanti e dannose”, del reato di maltrattamento di animali previsto dagli articoli 544 ter e 727 del Codice penale.

Un voluto macroscopico errore giuridico per il quale la LAV ha chiesto ai Ministri Beatrice Lorenzin e Maurizio Martina l’immediato ritiro dell’atto che VA CONSIDERATO, di fatto, NULLO, in attuazione della SENTENZA 11606-2012 della Corte di Cassazione con la quale è stata certificata l’applicabilità della normativa penale a tutela degli animali anche a quelli esclusi da norme speciali di protezione.

La LAV ha quindi inviato la diffida anche agli Assessorati regionali e provinciali alla Sanità e all’Agricoltura nonché ai Corpi di Polizia affinché questi ultimi continuino ad assicurare la prevenzione e la repressione dei reati di maltrattamenti anche nei confronti delle nutrie. Animali che hanno solo la colpa di essere stati deportati a forza un secolo fa dal Sudamerica nei nostri territori per essere allevati per diventare pellicce. Gli eventuali loro danni in natura, peraltro non certificati, dovrebbero pagarli allevatori e pellicciai.Per approfondimenti sulle nutrie. fonte: http://www.lav.it

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PROGECO *- DOSSIER NUTRIA: se mi conosci non mi spari, non mi schiacci e non mi ammazzi

Chi è la Nutria? Il Coypu (Myocastor coypus), soprannominato Nutria e comunemente chiamato “castorino” è difatti un castoro sudamericano in quanto è una specie originaria di Brasile, Argentina, Perù e altre zone del Sud America. Appartiene all’ordine dei Roditori e più precisamente alla famiglia Myocastoridae. E’ di fondamentale importanza non confondere la Nutria con topi o ratti in quanto sono specie completamente diverse sotto gli aspetti biologici, etologici e morfo-funzionali.
Come e quando è arrivata la Nutria in Italia?
Il Coypu (Myocastor coypus), soprannominato Nutria e comunemente chiamato “castorino” è difatti un castoro sudamericano in quanto è una specie originaria di Brasile

Un po’ di biologia della Nutria…
La Nutria è un mammifero roditore. Gli esemplari adulti possono raggiungere mediamente i 60 cm di lunghezza, coda esclusa, e un peso di circa 8-10 chili. Il colore del mantello è generalmente bruno scuro ma non è raro osservare esemplari grigi o con varie tonalità di marrone. Possiede orecchie piccole, lunghi e numerosi baffi bianchi o argentei. La dentatura consiste di 8 molari e 2 incisivi per arcata. Questi ultimi in particolare sono molto forti e rivestiti da uno smalto dal tipico colore arancione. Le zampe sono pentadattili e quelle posteriori sono palmate (a eccezione del quinto dito che è libero), in quanto la Nutria è un animale prettamente semiacquatico. A riprova di ciò infatti le femmine presentano le mammelle in posizione latero-dorsale e questo è causato dal fatto che la prole viene allattata in acqua

Cosa mangia la Nutria?
La dieta della Nutria è prettamente vegetariana e si basa su piante acquatiche, varie erbe, radici, tuberi e frutti. Generalmente gli animali tendono a nutrirsi della vegetazione presente in prossimità degli argini dei corsi d’acqua.

E’ aggressiva?
Di indole molto docile, non è assolutamente aggressiva tanto che in America viene anche tenuta come animale da compagnia

E’ vero che le Nutrie non hanno predatori naturali?
Le Nutrie, in particolare i cuccioli, vengono predate da diversi animali tra cui faine ed altri mustelidi, volpi, gatti selvatici, cani randagi, lupi, linci, uccelli rapaci diurni e notturni e anche da grossi uccelli trampolieri, come le cicogne e gli aironi. Anche pesci come lucci e siluri sono una seria minaccia per questo animale.

La Nutria porta malattie?
Analisi effettuate presso gli Istituti Zooprofilattici su carcasse di Nutria hanno evidenziato una bassissima frequenza di positività a forme di Leptospira, tutt’al più paragonabile a quella normalmente riscontrabile in altri animali selvatici presenti nei medesimi territori. La presenza di anticorpi per Leptospira è un referto frequente negli animali selvatici sani e non è sinonimo di leptospirosi né di rischio di trasmissione della malattia. Non esistono casi documentati di malattie che siano state trasmesse dalla nutria all’uomo o agli animali domestici. La nutria non rappresenta pertanto alcun pericolo dal punto di vista igienico-sanitario, né ha un particolare ruolo nella trasmissione e diffusione di malattie (Wildlife Disease Association, 1998; Scaravelli & Martignoni, 2000; IZP Brescia, 2000; Cocchi & Riga 2001).

La Nutria è un’emergenza ecologica? L’impatto che la Nutria può esercitare sulle comunità vegetali ed animali dei Paesi d’introduzione è ancora poco studiato e pertanto sarebbe azzardato trarre conclusioni definitive. Ciò nonostante, diversi studi hanno evidenziato interazioni conflittuali con vari elementi delle biocenosi locali (canneti, vegetazione galleggiante), anche se nessuna di queste sembra aver avuto effetti irreversibili e/o particolarmente gravi

Quali sono i reali danni economici provocati dalla Nutria? La Nutria è stata spesso accusata di provocare gravi danni all’agricoltura, ma in realtà è provato che questi sono marginali, perché la specie non pascola mai lontano dall’acqua e non si addentra quindi mai per molti metri nei coltivi.  Le tane scavate negli argini possono creare dissesti solo qualora sia stata rimossa la vegetazione arborea e arbustiva ripariale. Infatti, le radici di alberi e cespugli che crescono sulle rive di canali e corpi acquatici disturbano lo scavo del roditore, che predilige le sponde spoglie. La dissennata consuetudine di tagliare a raso le siepi e la vegetazione naturale in genere ha favorito, in realtà, la diffusione della Nutria.

Inutilità degli abbattimenti

Allo stato attuale delle conoscenze i tentativi di eradicazione di popolazioni di Nutria nei paesi ove la specie è stata introdotta si sono rivelati infruttuosi (Cocchi e Riga 2001). Si ricorre spesso ad azioni locali di controllo numerico tramite abbattimento. In Italia si è tentato più volte di arginare la diffusione della specie tramite interventi di abbattimento con scarsi risultati (Velatta e Ragni 1991, Velatta 1994, Veronese 1997, Tocchetto 1997). Lo stesso

I.S.P.R.A. (ex-I.N.F.S.) ha dichiarato l’impossibilità di eradicare la Nutria (che tra l’altro, per la Legge 157/92 è considerata parte della fauna naturalizzata e non cacciabile) dal territorio nazionale. Tali interventi di rimozione parziale rischiano piuttosto di destrutturare le popolazioni inducendo sostanziali alterazioni a livello demografico (a favore di classi d’età più giovani e femmine) e creando le condizioni per un successivo incremento della capacità di crescita delle popolazioni per reclutamento ed immigrazione dalle zone vicine. Tali pratiche arrecano inoltre notevole disturbo alla fauna locale, soprattutto qualora si agisca nell’ambito di aree protette o parchi. In questo senso tali azioni appaiono tutt’altro che risolutive rischiando, in una prospettiva di medio termine, di creare più problemi di quanti ne risolvano e di fungere da volano biologico all’incremento del tasso di crescita delle popolazioni (Cocchi e Riga 2001). Il disturbo antropico causato dai piani di abbattimento potrebbe inoltre aumentare il rischio di diffusione di patologie all’interno delle popolazioni animali, comprese quelle di Coypu (Choisy, M. e Rohani, P., 2006).

Sistemi di controllo numerico della Nutria
Esistono progetti di controllo di colonie urbane e suburbane di nutria, basati sull’ipotesi che individui riproduttori sterilizzati continuino a difendere il territorio per il cibo e gli spazi in competizione con gli individui fertili, impediscano fenomeni di immigrazione e riducano il tasso riproduttivo della colonia. Questa sperimentazione si ripromette inoltre di trovare un’alternativa all’abbattimento con armi da fuoco o alla soppressione eutanasica, metodi di contenimento della specie a forte impatto ambientale (disturbo alla fauna) e impopolari presso il pubblico più sensibile. Sistemi di prevenzione dei danni

Recinzioni elettrificate

L’impiego di un filo elettrificato posto ad un’altezza da terra di 15 cm con cui perimetrare gli appezzamenti suscettibili di subire danneggiamento può rappresentare una valida soluzione al problema in contesti spazialmente localizzati (Veronese, 1997). Dove il danno risulta ricorrente ed economicamente rilevante, questa misura può rappresentare un’utile soluzione.

Protezione meccanica degli argini, piantumazione (ingegneria naturalistica)
Recentemente sono stati messi a punto sistemi di protezione degli argini dall’attività di scavo delle nutrie che, pur essendo attualmente ancora in una fase sperimentale, hanno tutte le caratteristiche per rivelarsi un mezzo efficace e duraturo. Si tratta di reti composite che vengono stese al suolo e coprono sia la parete immersa dell’argine che la sua parte sommitale. La posa in opera su argini già esistenti deve essere preceduta da operazioni di rettifica del loro profilo. La rete è composta da una trama di filo metallico sottoposto a trattamento anticorrosivo (diametro del filo di 2 -3 mm, maglia romboidale di 6 x 8 o 8 x 10 cm) sulla quale viene estrusa una trama di materiale plastico biodegradabile.

Quest’ultima ha la funzione di trattenere il terreno e permettere un rapido insediamento della vegetazione erbacea spontanea o eventualmente seminata con il metodo dell’idrosemina. In pratica, dopo poche settimane, la rete viene completamente inglobata nella parte più profonda del cotico erboso, il che permette di attuare senza problemi le normali operazioni di sfalcio che caratterizzano l’ordinaria manutenzione di questi manufatti. Poiché la durata della rete metallica nelle condizioni sopra descritte è stimata di diverse decine d’anni, i costi di questo intervento, di per sé rilevanti, possono essere ampiamente ammortizzati, tenendo conto che gli argini così protetti non necessitano delle frequenti operazioni di manutenzione straordinaria (Riga e Cocchi, 2001)

COSA SI PUO’ FARE

Gli enti locali hanno investito molte energie e molto denaro per organizzare campagne di sterminio delle nutrie.  All’inizio si progettava di eradicarle totalmente, poi l’obiettivo è apparso irrealizzabile e si parla solo di contenimento. Sofferenze ingenti inflitte agli animali, che possono essere uccisi “con ogni mezzo” dicono leggi regionali, come accade a topi e ratti. Appositi corsi di addestramento per il personale volontario (per lo più cacciatori) addetto alla campagna, dove si insegna come catturare i roditori con trappole a gabbia, poi gasarli. Sostanze pericolose, quindi, da immagazzinare, trappole costose da acquistare. Ma il problema fondamentale è risultato essere lo smaltimento degli animali morti.

Le nutrie devono essere incenerite. Bisogna dunque allestire inceneritori, altri costi non indifferenti, e provvedere a tutto il processo della raccolta dei cadaveri, del loro trasporto all’inceneritore, dello smaltimento delle scorie.

Un panorama quindi di costi crescenti. Di qui la necessità di un progetto pilota che potrebbe risparmiare la vita di moltissimi animali e giovare nel contempo all’ambiente. Si tratta di interrare reti metalliche a maglia larga lungo gli argini di canali e fossati, habitat elettivi delle nutrie che attraverso queste vie si spostano nella campagna. L’operazione può apparire invasiva, ma si tenga conto che in realtà queste sponde sono per lo più al momento del tutto spoglie a causa di pratiche diserbanti intensive che eliminano ogni traccia di vegetazione naturale.

Le nutrie non scavano le loro gallerie laddove la sponda è rimasta coperta da alberi e arbusti, perché disturbate dall’apparato radicale delle piante. E anche la rete le disturba, e questo intelaiatura metallica (interrata e quindi invisibile) è praticamente eterna ed inamovibile, da cui l’abbattimento dei costi dopo l’investimento iniziale. Il vantaggio ulteriore per l’ambiente è che la rete permetterà la crescita, attraverso le maglie, delle specie arboree e arbustive spontanee, non più disturbate dal diserbo meccanico, impedito quasi quanto le nutrie. In questo modo si consentirà la ricolonizzazione della vegetazione naturale degli argini. E se anche alcune colture dovessero richiedere un taglio raso delle piante cresciute spontaneamente sugli argini, gli apparati radicali inseriti nella rete e non asportabili continuerebbero a trattenere le sponde evitando i fenomeni di smottamento oggi imputati assurdamente alle nutrie invece che all’eliminazione delle siepi ripariali. Un progetto che contribuirà quindi a rinaturalizzare buona parte del territorio.

PROGECO – AMBIENTE & NATURA – ONLUS- Referenti: Dr. Samuele Venturini

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